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Cooperative torinesi: stato di salute e prospettive. L'indagine 2022 di Camera di Commercio

Cooperative torinesi: stato di salute e prospettive. L'indagine 2022 di Camera di Commercio

Presentati a Palazzo Birago i dati della tradizionale indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino sull’andamento delle cooperative torinesi nel 2021 e nel primo semestre 2022. Quest’anno, per la prima volta, oltre a Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, ha partecipato alla realizzazione della ricerca anche AGCI Piemonte.

La ripartenza del settore cooperativo è tangibile nei nostri dati: prevalgono le dichiarazioni di aumento del fatturato e dell’occupazione e cresce il numero di ottimisti - spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Permangono tuttavia storiche criticità strutturali, come il costante calo del numero di imprese o la limitata presenza di cooperative giovanili, ma anche fattori di preoccupazione più recenti come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime”.

Secondo Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte: “Le imprese cooperative hanno dimostrato la loro capacità di resistere alla crisi riscoprendo quello che è un loro elemento fondante, ovvero mettere al centro le persone, come dimostra l’impegno per il potenziamento delle competenze dei soci lavoratori avviato dalle nostre imprese durante la pandemia. Un’attenzione alle persone confermata anche nella lotta alla riduzione del gender gap, vista una presenza di imprese femminili superiore alla media provinciale. In un’ottica di intergenerazionalità serve, invece, incentivare l’attrattività nei confronti dei giovani, per contribuire così a creare nuovi manager cooperativi capaci, come proprio di questa forma di impresa, di interpretare opportunamente i nuovi bisogni. Non da meno crediamo che vi sia bisogno di più cooperazione e meno cooperative, attraverso percorsi di aggregazione per arrivare a imprese di dimensioni adeguate per affrontare le sfide che il mercato futuro porrà. Per non vanificare tutto il nostro impegno serve però un immediato intervento delle istituzioni sul caro energia e delle materie prime perché, senza misure adeguate, si mette a rischio concreto la continuità aziendale delle nostre associate. E per le cooperative questo significa anche incidere sulla vita di soci, famiglie e della comunità in cui esse sono radicate.

Per Giovanni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord “I dati stanno rendendo evidente che la cooperazione torinese, come del resto anche gli altri soggetti economici, ha sostenuto gli effetti del periodo pandemico e post pandemico senza che ne derivassero scossoni particolarmente drammatici. Non possiamo che rilevare come, tuttavia, stia emergendo anche in questo comparto la forte preoccupazione che l’emergente crisi energetica possa risultare molto pericolosa per la continuità di un numero significativo di imprese a partire da quelle impegnate in agricoltura per arrivare a quelle operanti nella produzione di servizi educativi, sanitari e socio-sanitari. Il percorso obbligato di lungo periodo per affrontare questa situazione che cambierà in modo strutturale non solo i modelli energetici, ma dei consumi tutti, passerà attraverso un coinvolgimento dei territori e della loro capacità di ridiventare giacimenti di risorse, valorizzando per ogni singolo settore politiche di cluster. È da leggere in questa prospettiva il tema delle comunità energetiche e delle cooperative di comunità che costituiranno la frontiera dello sviluppo economico sostenibile di domani”.

Per Giuseppe D’Anna, Presidente di AGCI Piemonte Associazione Generale Cooperative “L’indagine della Camera di commercio di Torino relativamente all’anno 2021 fornisce un dato di stabilità per il sistema cooperativo dell’hinterland torinese. Dalle rilevazioni emerge una crescita del fatturato delle imprese torinesi nei primi 6 mesi del 2022 rispetto al 2021. Ciò comporta ottimismo sia a livello di fatturato che di occupazione per tutta la durata dell’anno, nonostante l’emergenza che sta vivendo il nostro Paese per gli eventi legati al conflitto in Ucraina e conseguente aumento delle materie prime”.

Nel 2021 le cooperative attive nella città metropolitana di Torino hanno generato 2,3 miliardi di euro in valore della produzione impiegando 41.450 addetti.

A conferma della forte vocazione del sistema cooperativo verso il terziario, nei servizi alle imprese e alle persone converge poco più del 52% del valore della produzione e trovano impiego l’89% degli addetti totali.

Le associazioni di categoria del territorio rivestono un ruolo importante per il mondo cooperativo: Legacoop Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord e AGCI Piemonte raccolgono insieme 907 cooperative. Di queste 670 hanno sede legale nella città metropolitana di Torino, realizzano 1,7 miliardi di valore della produzione (il 75% del totale) e impiegano 30.202 addetti (il 72,9%).

Dati al primo semestre 2022

A fine giugno 2022 si contano 1.207 cooperative attive nella città metropolitana di Torino, lo 0,6% di tutte le imprese del territorio, il 43% del sistema cooperativo piemontese e l’1,6% di quello italiano.
Nell’ultimo decennio si è registrato un tendenziale calo della consistenza, andamento confermato anche nel I semestre 2022, nel quale si evidenzia una riduzione del -2,4% se confrontato allo stesso periodo dell’anno precedente e del -1% rispetto al 2021.
Se si esclude la città di Torino, nella quale si contano 701 sedi di cooperative (il 58,1% del totale), i comuni con maggiore presenza sono Ivrea, Pinerolo e Moncalieri (pressoché stabili per consistenza). Si conferma una diffusa presenza di micro-piccole strutture: il 67,4% ha meno di 10 addetti, il 22,7% un numero di addetti compreso fra i 10 e i 49.
L’analisi settoriale mostra come anche al primo semestre 2022 le cooperative si concentrino maggiormente nel settore terziario: al suo interno, i servizi prevalentemente orientati alle imprese, che raccolgono il 41,5% del totale, registrano una riduzione del -1,2% sulla consistenza dell’anno 2021; seguono i servizi rivolti alle persone (il 26,9%), che restano stabili.

Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese

Se si analizzano le componenti imprenditoriali, il sistema cooperativo, rispetto all’insieme delle restanti forme giuridiche, si caratterizza per una più alta presenza di imprese femminili (340), il 28,2% a fronte del 22,3% delle restanti imprese con altre forme, mentre è decisamente più bassa quella delle straniere (66), il 5,6% contro il 14%, e delle giovanili (33), il 2,7% verso il 10,1%. Si considerano femminili o straniere le società cooperative in cui il 51% dei soci è rispettivamente donna o straniero. Si considerano giovanili le imprese la cui partecipazione di giovani risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani (under 35).

Rispetto al 2021, nel primo semestre 2022 risultano stabili sia le cooperative straniere, sia quelle giovanili, seppure entrambe in netta diminuzione nel quinquennio 2017-2021, mentre salgono le realtà con prevalenza femminile.

Lo stato di salute delle cooperative torinesi: risultati indagine

L’indagine, che ha coinvolto l’universo delle cooperative attive nella città metropolitana di Torino, è stata somministrata nel mese di giugno 2022: hanno risposto nel complesso 283 cooperative – con un ottimo tasso di restituzione pari al 24%, superiore a quello dell’anno precedente (19%).

Trend del fatturato e dell’occupazione

Nel 2021 migliora l’andamento del fatturato: se nel 2020 ben il 39% delle rispondenti aveva dichiarato di aver registrato un calo consistente del fatturato rispetto all’anno precedente, nel 2021 la percentuale si ferma al 13,4%. Passano da 9,5% al 35,3% le cooperative che affermano di aver registrato un incremento del volume di affari.
Miglioramento anche dal punto di vista dell’occupazione: si riducono le cooperative che dichiarano un calo degli addetti (da 14,5% nel 2020 a 5,3% nel 2021), aumentano da 4,6% a 14,8% quelle che rilevano un incremento.
Fatturato e occupazione si confermano in crescita anche nel primo semestre 2022, e in generale, guardando alle prospettive future, incrementa il numero degli ottimisti (il 64,3% contro il 59,8% del 2021). A beneficiare di una ripresa economica anche nei primi sei mesi dell’anno, sono soprattutto i settori che già nel 2021 hanno registrato le migliori performance: le cooperative di produzione e lavoro nel 47,0% dei casi confermano un incremento del fatturato, seguono le imprese di turismo, cultura e sport (il 42,9%).

Fattori attuali di preoccupazione

Al primo posto, tra le cause che potrebbero frenare le strategie imprenditoriali delle cooperative nel breve termine, vi è l’aumento dei costi dell’energia, fattore considerato rilevante per il 54% delle rispondenti e trasversale a tutti i settori cooperativi. Seguono l’aumento dei prezzi delle materie prime (il 38,2%) e il rallentamento del quadro economico complessivo (il 32,5%); meno incisivi sembrano essere il conflitto Russia-Ucraina e la scarsa reperibilità delle materie prime.

Revisioni delle strategie imprenditoriali

L’attuale situazione congiunturale ha imposto una revisione della strategia o della struttura aziendale al 74,2% delle cooperative. Le strategie prevalentemente adottate dalle imprese riguardano in primis la diversificazione produttiva (il 47%), seguita dall’introduzione di nuovi servizi e prodotti (il 45,9%); particolarmente rilevante anche l’introduzione o il potenziamento della digitalizzazione aziendale, strategia adottata dal 45,6% delle cooperative.
Sono 172 le cooperative (il 61% delle partecipanti) che hanno dichiarato di aver avviato -o di volerlo fare a breve- un percorso per il potenziamento delle competenze del proprio personale. Tra queste, prevale la scelta di formare internamente gli addetti per acquisire le competenze (il 73,8% delle rispondenti), seguita dall’assunzione di nuove risorse con le conoscenze necessarie (il 54,1%) e dall’avvio di collaborazioni o consulenza con professionisti (il 37,8%). Se prevalgono le cooperative che hanno avviato percorsi di sviluppo, resta tuttavia importante la percentuale delle imprese che ha invece dichiarato di non aver intenzione di intraprendere azioni per il potenziamento delle competenze: la quota di imprese che non ha avviato questi percorsi per difficoltà economiche/organizzative raggiunge il 27%.

QUI il report completo

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