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Credito d’imposta per la ricerca e sviluppo – chiarimenti

Credito d’imposta per la ricerca e sviluppo – chiarimenti

In merito al Credito d’Imposta per la Ricerca e Sviluppo, bonus a favore delle imprese, erogato sotto forma di credito sulle imposte, che ha come obiettivo quello di aumentare la competitività delle stesse incentivandole ad investire sull'innovazione di processi e prodotti, siamo ad aggiornarvi che l’Agenzia delle Entrate sta lasciando la facoltà di discriminare sulla correttezza dell’agevolazione direttamente alla cooperativa stessa. 

Il Credito di Imposta per la Ricerca e Sviluppo è stato oggetto infatti di molte rivisitazioni e interpretazioni frutto dell’incertezza normativa che sta alla base dello strumento. Entrato in vigore per l’anno 2016 ha visto un’evoluzione normativa quasi annuale e costellata da continue circolari e risposte ad interpelli che hanno solo in parte chiarito i dubbi interpretativi. Inoltre, ci si è scontrati con la retroattività delle interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate o del Ministero dello Sviluppo Economico che hanno creato non poche difficoltà alle imprese che avevano già chiuso e rendicontato i loro progetti. Con la Legge di Bilancio 2020 sono state infine definite le basi teoriche della Ricerca e Sviluppo e Innovazione (Manuale di Oslo e Manuale di Frascati), ma non tutti i dubbi sono ancora stati risolti. 

Con la circolare 4/E/2021 l’Amministrazione finanziaria ha definito gli indirizzi operativi e le linee guida per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale che caratterizzeranno le attività di controllo del 2021, in relazione alla ripresa sia dell’invio delle lettere di compliance ai contribuenti, sia della notifica di accertamenti, atti di contestazione o irrogazione di sanzioni e atti di recupero dei crediti di imposta secondo le tempistiche e le regole definite dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 88314/2021. 

Tali linee guida prevedono un’attività di controllo focalizzata sul contrasto di comportamenti illeciti basati sull’indebita fruizione, oltre che dei contributi a fondo perduto, di crediti d’imposta utilizzati in compensazione ai sensi dell’articolo 17 D.Lgs. 241/1997. 

In base ai controlli finora effettuati in materia di R&S, l’orientamento delle attività di analisi del rischio e selezione delle imprese di piccole e medie dimensioni tiene in considerazione i seguenti aspetti: 

la tendenza dei contribuenti a fondare la spettanza del credito esclusivamente sulla correttezza documentale; 

il ricorrere di posizioni incoerenti per presupposti soggettivi e oggettivi di ammissibilità all’agevolazione, in particolare: 

· scarsa o assente compatibilità tra attività di R&S e attività economica dichiarata; 

· inadeguatezza della struttura organizzativa aziendale; 

· formale assenza di costi per R&S nei periodi d’imposta 2012-2013-2014, spese che altrimenti rileverebbero ai fini del calcolo della media storica, riducendo o azzerando la spesa incrementale e l’ammontare dei crediti d’imposta spettanti nei periodi dal 2015 al 2019. 

Gli Uffici delle Entrate dovranno selezionare i contribuenti da sottoporre a controllo in base a tali fattori, limitando l’attività istruttoria esterna alle casistiche ad alto profilo di rischio, individuandone i reali beneficiari e favorendo, ove possibile, il ricorso agli strumenti del contradditorio preventivo. 

In sintesi, alla fase attuale, il Decreto Fiscale di recente emanazione (art. 5 commi 7-12) ha previsto la possibilità di regolarizzare l’utilizzo indebito di Crediti d’Imposta per Ricerca e Sviluppo definendo un riversamento spontaneo in tre rate dell’ammontare del credito indebitamente utilizzato, previa domanda all’Agenzia delle Entrate, senza l’applicazione di sanzioni e interessi. 

L’ufficio legislativo di Legacoop sta portando avanti una richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico affinché chiarisca la situazione in oggetto quale appunto soggetto deputato al riconoscimento del credito d’imposta in riferimento, approcciando la questione anche sotto un profilo diverso, ossia quello relativo alla definizione puntuale del significato di innovazione nell’ambito della cooperazione sociale, aspetto particolarmente contestato anche in sede di attività di vigilanza cooperativa. In questo momento, viene evidenziato infatti che il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 dovrebbe consentire di restituire senza sanzioni e interessi il credito d’imposta fruito dal 2015 al 2019 e che sarà l’Agenzia delle Entrate a definire le regole per la restituzione. Tale istituto però non viene identificato come idoneo e la posizione di Legacoop è quella di suggerire alle cooperative di valutare correttamente l’opportunità di aderire all’invito presente nel collegato fiscale e di resistere fino alla fase di chiarimento normativo di cui daremo indicazioni e approfondimenti specifici non appena saranno stabiliti.

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