In occasione del Collegno Fol Fest Legacoop Piemonte ha voluto ripercorrere la storia della cooperazione di inserimento lavorativo con uno sguardo che raccontasse l’importanza del percorso fin qui fatto ma che si proiettasse anche al futuro e alle nuove generazioni chiamate a portare avanti il testimone.
Lo scorso 11 giugno in un luogo simbolico come L’orto che cura, nato dal recupero dell’area di giardino dell’ex ospedale psichiatrico di Collegno abbiamo ripercorso la storia della nascita delle cooperative Il Margine, La nuova cooperativa e Magazzini Oz, guardando anche al futuro di queste imprese.
Ad apertura dell’evento ha portato i suoi saluti il sindaco di Collegno Matteo Cavallone che ha ricordato “il ruolo fondamentale della cooperazione nella fase successiva alla chiusura degli ospedali psichiatrici, creando servizi che prima non c’erano a partire da un semplice presupposto, ovvero che i pazienti non andavano reclusi ma bisognava invece prendersene cura, offrendo loro attraverso attività lavorative un’occasione di riscatto sociale”.
Il professore dell’Università degli Studi di Torino Paolo Bianchini e a Eliana Re, responsabile del Collocamento mirato di Agenzia Piemonte Lavoro hanno poi offerto un’introduzione storica e normativa agli interventi delle cooperative.
“Visto da vicino nessuno è normale” è il secondo appuntamento del nuovo ciclo del progetto “Piemonte cooperativo. Una storia che si (r)innova” con cui Legacoop Piemonte, in collaborazione con la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, Ismel e la Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini, vuole raccontare le storie di imprese cooperative, di uomini e donne che uniscono le forze, le intelligenze e le risorse per uno scopo comune, condiviso. E per tracciare un filo che, dalle origini del movimento cooperativo, arriva fino a noi. Il ciclo di incontri, da cui deriveranno altrettanti podcast che saranno pubblicati nei prossimi mesi su Spreaker e Spotify, è parte del progetto Valori Imprese Persone III Edizione – Linea Valori, realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Torino